Kaki, quando la «ragnatura» è sinonimo di qualità

Divano: «Conseguenza della nostra scelta di lasciare i frutti sulla pianta il più a lungo possibile»

Kaki, quando la «ragnatura» è sinonimo di qualità
Volumi ridotti per i kaki, ma la qualità? Visto che l'andamento climatico ha messo a dura prova le produzioni, determinando una riduzione dei quantitativi rispetto alla scorsa campagna, il tema merita un approfondimento. Mimma Divano, titolare dell'omonima azienda specializzata in questo frutto, spiega: "Come per tutti i produttori (italiani e non), anche il nostro ciclo produttivo è stato un percorso ad ostacoli. Percorso tanto più faticoso quanto più a lungo si è cercato di mantenere i frutti sulla pianta".

Kaki Divano

La qualità, per Divano, è la priorità. "Se la esaminiamo in tutte le sue declinazioni - aggiunge l'imprenditrice - il panorama si presenta articolato e composito. Parlando di calibro, ad esempio, nel nostro caso abbiamo prodotti di pezzatura mediamente elevata e dunque molto buona. Occorre comunque specificare che per il kaki Tipo esiste una certa differenza fra quello romagnolo e il nostro. Il primo ha un diametro trasversale maggiore del secondo. Per contro il kaki Tipo campano, avendo una forma più allungata, presenta un diametro longitudinale più elevato. Se parliamo invece dell’aspetto estetico dei frutti, è incontrastabile che una parte, seppure esigua, della nostra produzione presenta la cosiddetta ragnatura, rappresentata dalla formazione di ramificazioni scure nell’estremità calicina. Questo 'difetto' è però una conseguenza della nostra scelta produttiva, quella di lasciare i frutti sulla pianta il più a lungo possibile. Così facendo, va da sé che i kaki sono stati sottoposti a maggiori avversità (in particolare piogge), determinando, in alcuni casi, questo neo estetico. Contrariamente, chi ha raccolto prima e affidato la totale maturazione alla tecnologia in stabilimento, si ritrova con un frutto con minor difetti visivi. Non altrettanto può dirsi però del colore, la cui intensità caratteristica della varietà si raggiunge di più con un processo di maturazione naturale".



"Sono scelte diverse - precisa Divano - ma confidiamo comunque nel fatto che i consumatori e gli operatori della distribuzione comprendano e capiscano lo sforzo sostenuto per ottenere un prodotto totalmente salubre e gustoso. Gustoso, appunto,  perché la ragnatura non compromette affatto la qualità organolettica del prodotto. Per le vecchie generazioni era addirittura sinonimo di frutto ben maturo e più squisito degli altri. Chiaramente, questo tipo di associazione si è persa perché sul mercato i frutti ragnati sono stati via via esclusi, ma rimane il fatto che il frutto così segnato è fra i più buoni in assoluto. Tutta la produzione di quest’anno, non essendo stata sottoposta ad irrigazione e grazie alle temperature raggiunte durante alcune fasi fenologiche - conclude Mimma Divano - si presenta organoletticamente fra le migliori stagioni".

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