Pagamenti, quando la burocrazia ci mette lo zampino

Ecco come i certificati antimafia bloccano assicurazioni, anticipi Pac e Psr

Pagamenti, quando la burocrazia ci mette lo zampino
Non bastavano la quantificazione delle rese aziendali, i riesami e le successioni. Le pratiche assicurative continuano a soffrire il male della burocrazia e i pagamenti ora sono bloccati anche dalla normativa antimafia.

Secondo fonti vicine ai Consorzi di difesa, infatti, tutte le pratiche superiori ai 25mila euro, dal 2015 a oggi, sono state bloccate: o dall’Agea (l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura che sta ancora cercando di mettere a regime la macchina burocratica), o in attesa del nullaosta dalle Prefetture. Le quali hanno 30 giorni di tempo per rispondere; in assenza di riscontro in quei termini, gli organismi pagatori potranno procedere all’erogazione del pagamento.
La questione riguarda una decina di migliaia di aziende, non moltissime, ma sicuramente le più grandi, che hanno in sospeso i contributi più sostanziosi.

Non è finita qui. La richiesta dei certificati antimafia sta anche bloccando gli anticipi Pac 2018 e le domande dei pagamenti del Programma di sviluppo rurale, previsti entro il 31 dicembre. In questi casi gli agricoltori coinvolti sono decisamente di più. E aumenteranno ulteriormente dall’1 gennaio 2019, quando la certificazione antimafia sarà obbligatoria per le domande di importo superiore ai cinquemila euro: si parla di 400-500mila imprenditori agricoli interessati.

L’ultima criticità riguarda le tempistiche. Se entro fine anno non saranno erogati, questi contributi già stanziati dall’Unione europea potrebbero tornare al mittente. Secondo gli esperti, il rischio del disimpegno sarà evitato, perché l’obiettivo minimo di spesa dovrebbe essere raggiunto, ma difficilmente potremo contare sull’obiettivo di performance.

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