Parlano bulgaro le marmellate bio di Rigoni

Nel Paese dell'Est l'azienda veneta produce 6.600 tonnellate di frutta su 1.400 ettari

Parlano bulgaro le marmellate bio di Rigoni
Seimilaseicento tonnellate di frutta su 1.400 ettari: le confetture di Rigoni parlano sempre più bulgaro. E’ dal Paese dell’Est, infatti, che l’azienda veneta trae gran parte della materia prima per le sue marmellate biologiche. Fragole, more, lamponi, ribes, uva spina, mele, prugne, ciliegie, amarene, albicocche e nocciole vengono raccolti e "gestiti" dalle società agricole e industriali Ecoterra ed Ecovita della provincia di Montana e della zona di Pazardzhik, nate grazie a un investimento di 28 milioni di euro nell’ormai lontano 2005.

La società della famiglia Rigoni, che ha sede ad Asiago (Vicenza) e uno stabilimento nel Veronese ad Albaredo d'Adige, è protagonista in terra bulgara - come ricorda L’Arena in un articolo apparso ieri - dal 1992, anno in cui, presi in gestione terreni abbandonati, nacque la linea di marmellate biologiche “Fiordifrutta”. Oggi i prodotti nel paniere aziendale sono cinque: ci sono infatti anche miele, Nocciolata, Dolcedì (zucchero di mele) e succo di frutta. Il gruppo produce confetture nello stabilimento di Foza, nell'Altopiano vicentino, lavorando la materia prima in arrivo dalla Bulgaria, dove viene realizzato il ciclo completo dalla messa in vivaio fino alla surgelazione



E i numeri raccontano di una crescita: il fatturato di gruppo 2017, comprese le commerciali estere francesi e statunitensi, ha superato i 122 milioni di euro, 12 in più del 2016, mentre le previsioni per il 2018 stimano un progresso dell'8%. Rigoni conta circa duecento dipendenti: un centinaio nel Vicentino, 32 ad Albaredo, 80 in Bulgaria (stagionali a parte, che possono arrivare a 800) e una decina nello store di Milano.

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