Russia, l'autosufficienza vegetale è più vicina

Da gennaio a oggi il Paese ha prodotto oltre 330mila tonnellate di ortaggi

Russia, l'autosufficienza vegetale è più vicina
La Russia, dopo l'embargo di agosto 2014, non è più la stessa. Grazie agli importanti investimenti - incentivati da aiuti statati - destinati alla costruzione di complessi serricoli di ultima generazione, il Paese di Putin riesce ad aprire ogni anno circa 200 ettari di nuove serre per la coltivazione di una vasta gamma di verdure, dai pomodori ai cetrioli, dai cavoli ai peperoni alle zucchine.

L'obiettivo, ormai noto, è raggiungere una produzione tale da garantire l'autosufficienza per i principali ortaggi consumati in Russia, in modo da non dover fare più affidamento sulle importazioni.

Come riporta il sito russo Fruitnews.ru, i territori a maggiore vocazione orticola sono quattro: il Krasnodar, che guida la classifica con 27.700 tonnellate l'anno, seguito dalle regioni di Mosca (23.200 ton), di Stavropol (21.900 ton) e di Volgograd (19.800 ton).

Il portale mette inoltre in risalto l'incremento della capacità di produzione sotto serra, evidenziando che da gennaio 2018 a oggi sono state raccolte ben 336.600 tonnellate di verdure. Si tratta di un ammontare superiore del 40,4% rispetto al medesimo periodo del 2017. Il pomodoro e il cetriolo segnano incrementi pari al 51,9% e al 23,6%, rispettivamente. Significativa è anche la crescita dell'aggregato delle "altre colture vegetali" che include prodotti come funghi, fragole, berries, insalate, cavoli, peperoni, zucche e zucchine.

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