Crisi del Caan di Napoli, i grossisti sferzano il Comune

D'Orazio (Assomercati): subito un manager competente, coinvolgere gli operatori

Crisi del Caan di Napoli, i grossisti sferzano il Comune
Centro agroalimentare di Napoli, nei prossimi giorni è attesa la decisione del Tribunale di Nola sulla procedura di concordato preventivo. “Dobbiamo salvaguardare questa struttura - ha detto il presidente di Assomercati Campania Carmine D’Orazio (nella foto) nel corso di una trasmissione autogestita andata in onda recentemente sull’emittente Tv Luna - serve un piano finanziario da affidare a un manager che abbia competenze nel settore per trovare modalità di entrate nuove e recuperare i tanti soldi non versati, nell'ordine dei 300mila euro annui. Molte strutture sono inutilizzate o sottoutilizzate, il Mercato dei fiori è scomparso. Bisogna pensare ad attività promozionali per attirare aziende e far capire cos’è questa cittadella che avrebbe dovuto sostituire i Mercati generali ma non è mai decollata”. “Uno dei problemi - ha aggiunto D’Orazio - è che nella governance non ci sono i privati, per i quali servirebbe più rispetto da parte del Comune, socio di maggioranza”.



“Abbiamo presentato all’assessore al bilancio di Napoli, Enrico Panini, un progetto di rilancio chiedendo siano rispettate le regole da parte di tutti coloro che fruiscono del Mercato e siamo in attesa di una convocazione dal Prefetto in modo che appena si insedierà il nuovo Governo venga valutata la possibilità di aprire lo stato di crisi del sistema dei Mercati all’ingrosso nel suo complesso”, ha aggiunto il presidente di Assomercati Campania.

“Voglio essere ottimista e dico che non penso che il Caan fallirà: noi operatori vogliamo salvare un bene pubblico, assicurare che i Mercati diventino una risorsa per la città e i cittadini. Se il Comune dovesse decidere in modo tale da far cessare le nostre attività, ci mobiliteremo e andremo ad occupare le vecchie strutture annonarie”. Infine un passaggio sugli orari di attività, attualmente notturni: “Bisogna cambiarli adeguandoli alle esigenze del mercato odierno e della Gdo, anche per migliorare la qualità della vita e garantire continuità aziendale”, il pensiero di D'Orazio.

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