Nocciole, Ferrero esclude i produttori italiani?

L'analisi di Giampaolo Rubinaccio, coordinatore area frutta a guscio di Ortofrutta Italia

Nocciole, Ferrero esclude i produttori italiani?
L'intera filiera nazionale delle nocciole è in attesa di conoscere le proposte concrete e le reali intenzioni della Ferrero, nota industria dolciaria che ha da poco annunciato il suo progetto per sviluppare in Italia altri 20mila ettari di nuove piantagioni entro il 2025, pari a circa il 30% in più dell'attuale superfice.

Come spiega Giampaolo Rubinaccio, coordinatore "area frutta a guscio" dell'Organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia, il settore italiano è fortemente interessato a comprendere se e in quale misura i produttori di nocciole potranno essere coinvolti nel maxi progetto. "A quanto pare, sembra che i tutti coloro che già producono nocciole saranno esclusi dal piano della Ferrero", dice Rubinaccio. "Vorremmo saperne di più e conoscere i perché di questa scelta".

Il peso globale del gruppo Ferrero, che gestisce circa il 40% di tutte le nocciole prodotte nel mondo, rende inoltre necessaria una valutazione sull'impatto commerciale di lungo periodo che prenda in considerazione anche i forti investimenti esteri sulla corilicoltura (Australia, Azerbaigian, Bhutan, Canada, Cile, Georgia, Kazakistan, Sudafrica, Usa, ecc.) in alcuni casi supportati dalla stessa Europa. "La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo - evidenzia Rubinaccio - ha recentemente finanziato un progetto da 120 milioni di euro per l'introduzione di nuovi noccioleti in Georgia. L'Azerbaigian, da parte sua, è arrivato in pochi anni a produrre 45mila tonnellate, ovvero la quantità della Campania. Siamo contenti che altri colleghi nel mondo riescano a migliorare il loro status economico attraverso un prodotto agricolo, così come siamo contenti che un gruppo importante come Ferrero abbia deciso di investire in Italia. Tuttavia, la domanda a cui dobbiamo rispondere è: cosa accadrà al mercato quando tutti i nuovi ettari entreranno in produzione?".

Una domanda lecita visto che "l'attuale stagione - sottolinea Rubinaccio - è caratterizzata da quotazioni di livello medio, per non dire medio-basso, nonostante Italia e Turchia abbiano raccolto quantità non elevate". Nel nostro Paese, tra l'altro, gli ettari sono in continuo aumento nel Lazio (nel Viterbese, ndr) e in Piemonte. Mentre in Sicilia, altra importante area di produzione, la nocciola è stata inserita nel tavolo di crisi del neo Presidente Nello Musumeci. "Sul fronte della Turchia - conclude Rubinaccio - sembra che il programma di assistenza tecnica della stessa Ferrero abbia già dato grandi risultati, portando alcune aree a raddoppiare la produzione".
 
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