Etichette, da oggi vince la trasparenza

Con l’entrata in vigore della legge che obbliga a indicare sede di produzione e confezionamento

Etichette, da oggi vince la trasparenza
Entra in vigore oggi, 180 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 7 ottobre scorso, il Decreto legislativo n. 145 del 15 settembre 2017, che istituisce l’obbligo di indicare sede e indirizzo dello stabilimento di produzione o, se differente, di confezionamento di tutti i prodotti alimentari preimballati destinati al consumatore finale o alla collettività. In questo modo, oltre a un’informazione più completa, si garantisce una migliore rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute.

Con l’obbligo per legge arrivano anche le sanzioni: da duemila a 15mila euro per la mancata indicazione della sede dello stabilimento, o se non è stato evidenziato quello effettivo nel caso l'impresa disponga di più stabilimenti; da mille a ottomila euro se non è riportata l’indicazione secondo le modalità di presentazione delle indicazioni obbligatorie stabilite dall’art. 13 del Reg UE n. 1169/2011.

Secondo la Coldiretti, insieme allo stabilimento di lavorazione in etichetta va al più presto prevista per tutti gli alimenti anche l’indicazione obbligatoria dell’origine degli ingredienti, l’elemento considerato determinante per le scelte di acquisto dal 96% dei consumatori.
Una battaglia per la trasparenza che riguarda un quarto della spesa degli italiani, ancora anonimo visto che l’etichetta di salumi, succhi di frutta e carne di coniglio non indica la provenienza. Lo stesso vale per i di 200 milioni di chili di succo di arancia straniero che finisce nelle bevande all’insaputa dei consumatori perché l’etichetta - sottolinea la Coldiretti - non lo dice.

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