Tre anni di Pan, Compag: Italia ancora nel caos

Tre anni di Pan, Compag: Italia ancora nel caos
Era il novembre 2015 quando, tra incertezze e confusione, entrava in vigore il Pan, il Piano d'azione nazionale per la regolamentazione della vendita e dell'utilizzo degli agrofarmaci tra operatori professionali e non professionali.

Da subito Fabio Manara (in foto), presidente dell'associazione nazionale Compag, che rappresenta i commercianti di prodotti per l'agricoltura, ha denunciato le gravi conseguenze date dalla lentezza della burocrazia e dalla mancanza di coordinamento tra le varie Regioni che applicano le proprie procedure interne senza riconoscere l'operato delle altre.

Il Pan introduceva l'obbligo, per gli operatori di aziende agricole, i rivenditori e i produttori dei fitosanitari, di frequentare appositi corsi di formazione al fine di ottenere uno specifico patentino che consentisse l'acquisto dei prodotti stessi. "A parte piccole isole felici quali l'Emilia Romagna - spiega Compag - dove si sono prontamente attivati anche i corsi online, in generale i corsi sono stati resi disponibili con grave ritardo e ancora sono presenti criticità, a causa della disorganizzazione e di varie inadempienze da parte delle Regioni. Sembra non essere sufficientemente chiaro, tra l'altro, quanto l'entrata in vigore del Decreto abbia influito sulla vendita e sull'utilizzo di prodotti per gli utilizzatori non professionali. La lista dei prodotti ritenuti legali si è infatti ridotta drasticamente. Prima dell'entrata in vigore del decreto, era possibile acquistare senza patentino circa il 70% dei prodotti fitosanitari in commercio. Oggi, senza patentino, la vendita dei fitosanitari per uso non professionale si è ridotta drasticamente, con gravi ripercussioni su tutte quelle produzioni di nicchia ed eccellenze enogastronomiche locali che caratterizzano il tanto stimato Made in Italy".
 
Con l'entrata in vigore del Decreto sui "prodotti destinati ad utilizzatori non professionali", la disponibilità dei prodotti per uso amatoriale è destinata a peggiorare ulteriormente. Secondo Compag, infatti, "alla riduzione dei prodotti autorizzati si aggiungerà quella dei quantitativi vendibili, che prevedono di poter trattare una superficie massima di 500 metri quadrati per orti e frutteti, e 5mila metri quadrati nel caso di vigneti, uliveti e colture di cereali. Eppure la realtà delle colture non professionali in Italia è ben altra: secondo un'indagine condotta da Nomisma, nel 2012 il 27% delle aziende agricole che operavano in maniera hobbistica disponeva di superfici superiori ai 6mila metri quadrati. Queste si ritroveranno nell'impossibilità di coltivare tutto il terreno disponibile se non dotandosi di patentino a fronte di un corso di formazione, al pari degli operatori professionali. Risulta chiaro, dunque, che - come ha più volte ribadito Compag - per limitare le conseguenze negative dell'entrata in vigore del Decreto sugli usi non professionali, diviene assolutamente indispensabile spingere le aziende agricole e hobbistiche a munirsi di tale patentino e, soprattutto, rimuovere ogni ostacolo che possa in qualche modo frenare la formazione. Altro impegno, quest'ultimo, intrapreso con forza da Compag che dal 2015 si prodiga per diffondere la consapevolezza della necessità di maggiori e più efficaci iniziative territoriali per gli operatori interessati attraverso azioni di informazione e formazione".

"La situazione odierna è comunque drammatica - evidenzia Compag - Prendendo in considerazione il trend registrato in Emilia Romagna, che finora si è dimostrata la regione più efficiente in quest'ambito, appare evidente che i tempi per la regolarizzazione siano molto lunghi. Su un totale di 93.247 aziende censite in questa Regione, infatti, dall'entrata in vigore del Pan nel 2015, quando i patentini già rilasciati ammontavano a 31.591, ora ammontano a circa 45mila. In questi tre anni, dunque, sebbene il numero dei patentini sia aumentato in maniera costante grazie anche all'efficienza dei meccanismi di formazione e rilascio dei certificati, circa la metà delle aziende continua a essere priva di patentino. E, se in tre anni ne sono stati rilasciati 15mila, è presumibile che saranno necessari altri nove anni per arrivare alla totalità. Un tempo impensabile". Compag ribadisce: "servono più informazione e formazione per evitare danni irreparabili all'economia del Belpaese".

Fonte: Ufficio stampa Compag