Pratiche sleali, le Gdo tedesca fa lobbying in Europa

La lettera di Edeka, Kaufland, Lidl, Metro e Rewe al commissario Hogan

Pratiche sleali, le Gdo tedesca fa lobbying in Europa
Cinque catene distributive tedesche hanno inviato una lettera congiunta a Phil Hogan, commissario europeo per l'agricoltura, per scongiurare la possibile introduzione di una legge Ue sulle pratiche commerciali scorrette nella filiera alimentare.

"Non vi è alcuna prova che le pratiche sleali costituiscano un problema diffuso fuori dai confini nazionali. Nessun regolamento può migliorare la posizione degli agricoltori", sottolinea la missiva firmata da Josef Sankjohanser, presidente dell'Unione tedesca delle associazioni del commercio (Hde) e dai cinque amministratori dei gruppi Edeka (Markus Mosa), Kaufland (Patrick Kaudewitz), Lidl (Jesper Hojer), Metro Ag (Olaf Koch) e Rewe Group (Lionel Souque).

"La cooperazione - proseguono i rappresentanti della Gdo tedesca - tra i vari settori e le fasi della filiera è ampiamente funzionale. Le imprese competono intensamente l'una con l'altra, almeno a livello di vendita al dettaglio, ottimizzando i benefici per il consumatore e migliorando costantemente l'efficienza della cooperazione con le attività a monte della supply chain. Nei pochi casi in cui un retailer riceve i prodotti direttamente dal produttore, vi sono molti esempi positivi di stretta interazione con gli agricoltori, che garantiscono vantaggi a entrambe le parti".

I sei firmatari evidenziano poi di essere interessati a lavorare in una filiera alimentare perfettamente concorrenziale, non solo in Germania, ma anche negli altri Paesi europei dove sono presenti. "A questo proposito - si legge - la funzionalità della supply chain e l'ampia libertà contrattuale sono salvaguardate in Germania", grazie a "un quadro legislativo completo, in particolare per quanto riguarda le disposizioni antitrust e di diritto civile".

"L'affermazione popolare - aggiungono le catene - secondo cui il settore del commercio alimentare al dettaglio ha un potere di negoziazione sproporzionato, e necessita quindi di una regolamentazione europea, non riflette la realtà. Il versante dei fornitori è infatti caratterizzato soprattutto da gruppi di grandi dimensioni che operano nel settore alimentare a livello internazionale. In tutta l'Ue, la distribuzione moderna ha rapporti contrattuali diretti con gli agricoltori solo in rari casi".

Gli scriventi concludono la lettera a Hogan sottolineando che "una regolamentazione basata su ipotesi politiche discutibili e fatta nell'interesse dei soli produttori, comporterebbe un importante svantaggio per i consumatori europei". Inoltre, secondo la Gdo tedesca, non sarebbe corretto intervenire sui meccanismi di formazione dei prezzi: "Questa modalità va contro un ordine economico libero e rappresenta quindi una minaccia alla concorrenza e alla prosperità delle persone".

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