Dall’ortofrutta alle soluzioni vegetali

Think Fresh: cambiano i confini del reparto e zuppe, smoothies e burger bussano alla porta

Dall’ortofrutta alle soluzioni vegetali
Il trend è sotto gli occhi di tutti: i flexitariani – i cosiddetti vegetariani flessibili, che si concedono un po’ di carne ogni tanto - e i reducetariani (che ogni tanto mangiano meno carne) stanno crescendo. Si stima, infatti, che circa un italiano su tre aspiri ad adottare uno di questi modelli alimentari. Secondo i dati del Monitor Ortofrutta di Agroter, solo a un quarto degli italiani non interessano i pasti vegetali, mentre tutti gli altri mostrano particolare attenzione verso questi alimenti.
Il fenomeno non può essere sottovalutato, anzi meriterebbe già ora una specifica area all’interno del reparto di frutta e verdura per soddisfare il bisogno del cliente di procurarsi un pasto a base vegetale adeguato ed equilibrato.

Quali sono, dunque, i prodotti che - se presenti in reparto - potrebbero soddisfare questi bisogni? Secondo gli operatori riuniti il 21 giugno al Think Fresh di Firenze, e armati di televoto, il prodotto che manca di più al consumatore sono i legumi pronti (39%), seguiti da affettati vegetali (21%), salse a base vegetale e burger vegetali.



Gli intervistati del Monitor Ortofrutta di Agroter, però, mettono al primo posto gli affettati a base vegetale (20%) a pari merito con cereali e affini. Seguono le salse (a più alto potenziale di crescita nel reparto) e i formaggi entrambi a base vegetale, e poi i semi da mangiare, il seitan e i burger vegetali. Proprio questi prodotti hanno registrato negli ultimi anni aumenti significativi nelle vendite.

Non solo. Per espandere il reparto delle soluzioni vegetali e strappare quote di mercato al Beverage l’ortofrutta da bere risulta un’ottima opportunità.
Come rilevato dal Monitor, smoothies, centrifugati ed estratti di pura frutta e verdura sono tra i cinque prodotti a più alto potenziale, visto il netto scollamento tra l’attuale disponibilità nel punto vendita e la volontà d’acquisto da parte dei consumatori.

Da marzo 2015 a marzo di quest'anno la categoria di succhi, nettari e bevande a base di frutta e verdura è in leggera flessione (-0,7%), soprattutto per la contrazione delle vendite di succhi e nettari di frutta (-7,5%), e le bevande a base di frutta sono in stallo (-0,1%).
Gli smoothies Uht hanno guadagnato il 3,2%, mentre quelli freschi hanno fatto un balzo del 40%, raggiungendo la quota di 36,5 milioni di euro (8 dei quali imputabili al prodotto bio). E i succhi di verdura hanno fatto ancora meglio: 152% in più per un valore che oggi si aggira sui 9,5 milioni di euro.

A Firenze, quindi, abbiamo chiesto ai rappresentanti della filiera a quale quota di mercato potrebbero arrivare nel 2020 smoothies, centrifugati ed estratti freschi. La metà delle persone ha risposto il 10%: i più ottimisti sono i rappresentanti del mondo delle tecnologie (59%) e i buyer (54%). Ma secondo il 28% questa percentuale potrebbe addirittura essere superata.
Secondo le elaborazioni del Monitor Ortofrutta su dati Osservatorio Ismea-Nielsen dal 4,5% di quest’anno si potrebbe invece arrivare al 6,4%. E tre persone su dieci ci hanno detto che comprerebbero smoothies ed estratti se li trovassero nel negozio che frequentano abitualmente.



Ma, nella gestione del reparto Ortofrutta della distribuzione moderna, l’allestimento espositivo e il visual merchandising nello specifico sono fondamentali per creare il giusto feeling e piacevolezza d’acquisto da parte dei clienti finali.
Per questo motivo abbiamo messo a confronto le risposte della filiera riunita a Firenze  con i risultati ottenuti dal Monitor Ortofrutta indagando lo stile che i consumatori vorrebbero per il reparto del futuro.

Tre i concept di reparto tra cui scegliere: "caldo ed emozionale"; "interattivo e tecnologico"; "ordinato e veloce". Il 55% degli operatori della filiera a Firenze ha pensato che la scelta debba andare verso il “caldo ed emozionale”, con supporti espositivi in legno e rispettoso dell’ambiente; in particolare, ha risposto così il 67% dei rappresentanti della distribuzione (contro il 52% dei produttori e il 56% degli appartenenti alle aziende di tecnologie e servizi).



A sorpresa, la metà del campione interpellato dal Monitor Ortofrutta ha indicato invece la scelta più razionale, ossia un reparto con supporti espositivi in plastica, i prodotti ortofrutticoli esposti in maniera semplice e ordinata e sempre pulito. Subito dopo, quasi il 31% ha dato la preferenza al reparto caldo ed emozionale.

Quindi, il reparto del futuro potrebbe seguire uno dei due suggerimenti o, anche, abbracciarli entrambi, visto che uno non esclude l’altro. Prima di lasciarsi sedurre dal futuro tecnologico, però, il consumatore si accontenterebbe di “vederci chiaro”.

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