Da Nord a Sud è allarme siccità

Allerta in molte regioni italiane. Il Governo decreta lo stato di calamità per Parma e Piacenza

Da Nord a Sud è allarme siccità
Ieri il Consiglio dei ministri ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nei territori di Parma e Piacenza, come conseguenza della crisi idrica in atto, dovuta a un lungo periodo di siccità a partire dall'autunno dell’anno scorso e aggravato dalle elevate temperature estive che, insieme ai rilevanti afflussi turistici, hanno determinato un considerevole aumento delle esigenze idropotabili.
Otto milioni e 650mila euro per affrontare l’emergenza siccità nei territori delle due province emiliane, ulteriori deroghe alle norme nazionali per assicurare la fornitura di acqua potabile alla popolazione e per potenziare l’approvvigionamento di acqua con interventi strutturali.
“Abbiamo ottenuto dal Governo quanto chiesto dalla Regione Emilia-Romagna per far fronte a una situazione eccezionale”, sottolinea il presidente Stefano Bonaccini in una nota. “E’ stato giusto procedere autonomamente alla richiesta di stato di emergenza nazionale, perché ci ha consentito di accelerare al massimo i tempi e dare risposte a un territorio nel quale la siccità ha colpito più che altrove. Stiamo seguendo giorno per giorno la situazione e lavorando per rispondere al meglio alle necessità imposte da una crisi idrica importante”.

Pomodoro da industria in grande difficoltà
Il pomodoro da industria è una delle colture più colpite dalla crisi idrica che sta interessando tutto il Nord Italia con scenari drammatici in particolare nelle province di Parma e Piacenza dove nel 2017 – contraddistinto dalla terza primavera più calda di sempre dal 1830 ad oggi - c’è stato un calo delle precipitazioni superiore al 50% della media con la falda acquifera che si presenta più bassa di 1,26 metri.
Per fare il punto della situazione e parlare di strategie, il comitato di coordinamento dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia – circa 26mila ettari coltivati nella sola Emilia Romagna – incontrerà oggi l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli.
“La situazione è molto preoccupante – spiega Tiberio Rabboni, presidente dell’OI - L’assenza di precipitazioni nel periodo primaverile e l’attuale prolungata siccità con scarsissime disponibilità di risorse idriche stanno mettendo in forte difficoltà la coltivazione del pomodoro, coltura per la quale possono originarsi gravissimi problemi saltando anche solo un turno di irrigazione. Ma a essere preoccupata è anche la componente industriale che ha bisogno di acqua durante la fase di lavorazione e di trasformazione della materia prima”.

Intanto, anche la Regione Sardegna ha consegnato ieri al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale dovuto al perdurare della siccità in tutta l'isola. Il documento è stato presentato dall'assessore dell'Agricoltura, Pier Luigi Caria, durante un incontro sulla riorganizzazione delle attività di Agea, l'Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura.
Oltre alla Sardegna e all’Emilia Romagna, hanno presentato richiesta di riconoscimento della calamità naturale al Mipaaf anche la Toscana e il Friuli Venezia Giulia.

Crisi idrica anche in Sicilia e in Veneto
In Sicilia le risorse idriche sono calate del 15% e negli invasi mancano oltre 80 milioni di metri cubi di acqua, mentre in Veneto il Governatore Zaia ha emesso una nuova ordinanza che limita l'utilizzo delle acque del fiume Adige, (in maniera minore per il Piave e gli altri bacini idrografici), dove i Consorzi irrigui dovranno ridurre il prelievo secondo uno schema a step progressivi. In Campania, in particolare nel Cilento e nella piana del Sele - denuncia la Coldiretti - ci sono problemi per gli ortaggi e la frutta e in Basilicata per le albicocche.

Giansanti: agricoltura in prima linea contro i cambiamenti climatici

“I segni della siccità che sta colpendo il nostro Paese sono evidenti”, spiega il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Confagri nei primi cinque mesi del 2017 gli aumenti delle temperature medie, minime e massime, sono stati nell’ordine di oltre un grado. Le precipitazioni sono calate del 30-33% e l’evapotraspirazione è aumentata tra l’8 e il 16% rispetto alla media stagionale. A preoccupare maggiormente gli esperti è la mancanza all’appello circa 20 miliardi di metri cubi d’acqua sull’intero territorio nazionale.
“In tale contesto - continua Giansanti - le imprese agricole sono le prime che hanno subito pesanti conseguenze, ma si sono confrontate con i problemi che il cambiamento climatico ha indotto e stanno dando un contributo ad affrontare questa sfida globale”. A tal proposito, Confagricoltura ricorda che, negli ultimi anni è aumentata la superficie irrigata con microirrigazione, che riduce l’impiego di acqua ed è utilizzata da un numero di aziende pari a quelle che praticano irrigazione per scorrimento o immersione.

Previsioni preoccupanti per i prossimi giorni
La morsa del caldo africano non dà cenni di abbandonare l'Italia. Anzi, l'apice si raggiungerà domani, con picchi fino a 37-38 gradi e temperature percepite fino a 40 gradi a causa dell'elevata umidità. Il Meteo.it segnala Bolzano, Milano, Roma, Bologna, Lecce e Firenze come città più calde, con le massime superiori alla norma anche di 8-10 gradi. Da segnalare soltanto pochi e isolati temporali di calore tra pomeriggio e sera sui rilievi, mentre la siccità si aggrava.  Da domenica, però, una prima attenuazione della calura al Nord: comincerà infatti ad affluire aria leggermente più fresca, insieme a un aumento dell'instabilità, e quindi del rischio di rovesci o temporali. Situazione inalterata al Sud.

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