Borriello: ortofrutta, grandi numeri. Merita più attenzione

Il Dg di Ismea annuncia a Think Fresh l'accordo con Agroter per le prossime tre edizioni

Borriello: ortofrutta, grandi numeri. Merita più attenzione
Ismea supporterà il Monitor Ortofrutta di Agroter e l’evento Think Fresh anche nei prossimi tre anni: la prosecuzione della collaborazione, iniziata con la prima edizione del 2016, è stata annunciata ieri a Firenze dal direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello. 

“L’ortofrutta è un settore strategico dell’agroalimentare e meriterebbe probabilmente più attenzione”, ha detto Borriello dopo aver sottolineato che Ismea, reduce da un profondo cambiamento, abbraccia l’intera filiera agricola “che sta trainando la ripresa”. 

L’ortofrutta fresca italiana, ha ricordato il Dg di Isema, evidenzia performance positive, con un valore alla produzione di 12,3 miliardi di euro, pari al 25% della produzione agricola, una dinamica positiva dell’export che prosegue anche nel 2017, con un + 6% su base annua nel primo trimestre, e un saldo del commercio estero che, lo scorso anno, ha evidenziato un +40% rispetto all'anno precedente, grazie soprattutto alla riduzione della spesa per le importazioni. 

Considerando cumulativamente l’export di ortofrutta fresca e trasformata, dunque, ha messo in luce Borriello, il settore risulta essere il primo dell’export agroalimentare con un valore di 8,3 miliardi di euro. 

I numeri del settore di Ismea, mettono in evidenza anche i prodotti più vocati all’export: kiwi (Italia secondo esportatore mondiale dietro alla Nuova Zelanda); nocciole (secondo esportatore mondiale dietro la Turchia), mele (terzo esportatore mondiale, dietro Cina e Usa); uve da tavola (terzo esportatore mondiale, dietro Usa e Cile) e pere (quinto esportatore mondiale). I mercati europei consolidano le loro posizioni ma contemporaneamente crescono le spedizioni verso quelli extra-Ue. Nel caso del kiwi, che nel 2016 ha registrato un +30% delle esportazioni, spiccano tra le destinazioni oltremare Usa, Brasile, Canada e Cina.

Un settore che grazie a punte di eccellenza in termini organizzativi, ha rilevato Borriello, ha dimostrato grande capacità di rispondere in modo efficace e tempestivo ai cambiamenti imposti dal mercato; emblematico il caso dell’export delle mele italiane, che per superare l’embargo russo avviato nell’agosto 2014 - quando la Russia era arrivata a rappresentare la terza destinazione dell’export di mele italiane, con circa 45,5 mila tonnellate di mele e un corrispettivo monetario di 31,7 milioni di euro - ha individuato sbocchi alternativi e incrementato le spedizioni dirette verso nuovi mercati come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, India e Brasile.

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