Meloni, due settimane di vuoto e poi il boom

Il punto con Francescon, che investe sull'anguria Perla Nera

Meloni, due settimane di vuoto e poi il boom
Due settimane senza meloni e poi un’offerta abbondante: è il rischio che intravvede Bruno Francescon nel parlare della stagione 2017, che sta registrando l’avvicendamento tra produzioni del Sud e del Centro-Nord. “La campagna in Sicilia - spiega l’imprenditore lombardo - è praticamente finita, in sensibile anticipo rispetto alla media dato che normalmente prosegue almeno sino a metà giugno;  quest'anno, dopo le prime raccolte, le condizioni delle piante hanno impedito il secondo stacco, di conseguenza la campagna è stata molto veloce e ha interessato un arco temporale limitato. Attualmente è in corso la raccolta nel Mantovano, nel Veronese e anche in Centro italia;  la fase clou è concentrata proprio tra questa e la prossima settimana, nei campi si lavora sodo”. 

“Il freddo e i violenti fenomeni meteorologici che si sono verificati subito dopo Pasqua - aggiunge Francescon - hanno impedito la riproduzione e il regolare sviluppo dei frutti nelle due settimane successive alle gelate, solo il prodotto in serra non ne ha risentito. Sulla base di tali premesse ritengo si possa verificare un significativo buco produttivo nel periodo dalla metà di questo mese fino al 25-28 giugno. Abbiamo preallertato i clienti della grande distribuzione chiedendo di non prevedere promozioni in quelle due settimane ma, esperienza insegna, ci saranno catene che le faranno ugualmente; ci attende una fase delicata da gestire. Dopo di che, da fine giugno, dovrebbe verificarsi il fenomeno opposto, con una probabile sovrapproduzione”. 

Francescon, per il melone, dispone quest'anno di una superficie produttiva dedicata del 20% superiore allo scorso anno: “Ci aspettiamo di commercializzarne oltre 35mila tonnellate”, spiega.



Ai nastri di partenza anche la campagna dell’anguria Perla Nera, su cui l’azienda, dopo il positivo esordio del 2016, punta con decisione: “Sono arrivati i primissimi frutti, in anticipo di un mese circa sull’anno scorso; dalla prossima settimana parte ufficialmente la campagna con il prodotto in serra della Sicilia dove contiamo una cinquantina di ettari”, sottolinea Francescon. “Il prodotto si presenta molto bene, con 14 gradi brix, poverissimo di semi. Complessivamente possiamo fare riferimento a 220-230 ettari sparsi, per quanto riguarda il Nord, tra le province di Mantova, Brescia e Piacenza”. 

I volumi attesi, circa 15 mila tonnellate, andranno a raddoppiare abbondantemente il dato dell’anno prima. “Puntiamo ad ampliare il parco clienti e faremo un intenso di lavoro di valorizzazione con la Gdo: molte catene hanno già sposato e riconosciuto Perla Nera come prodotto premium”, dice ancora l’imprenditore mantovano. “E’ una referenza in grado di garantire soddisfazione a tutta la filiera, grazie a margini adeguati, e al consumatore”. 

Obiettivo: far sì che per l’anguria il domani possa essere diverso da ieri e oggi: “In Francia dove si punta sulla qualità, le vendite di angurie continuano a incrementare, da noi sono in costante calo da anni”, conclude Francescon. “Siamo pronti ad affrontare il futuro e abbiamo investito pesantemente su Perla Nera per gestire gli aumenti di vendite previsti nei prossimi 10 anni. L’abbiamo fatto pensando all'evoluzione del mercato italiano, che passa da qualità, innovazione, formati adeguati alle nuove esigenze”.

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