Aop Veneto-Coldiretti, patto per valorizzare l'ortofrutta

Siglato a Rimini, ha come perno l'Ocm e aziende a "ciclo chiuso". Bellò: accordo storico

Aop Veneto-Coldiretti, patto per valorizzare l'ortofrutta
Un piano strategico per "produrre qualità in un territorio di qualità”: questo l'obiettivo che si propongono Aop Veneto e Coldiretti regionale con il “Progetto strategico per la redditività delle imprese ortofrutticole del Veneto”, presentato a Macfrut, finalizzato a creare le condizioni perché le aziende garantiscano reddito e quindi soddisfazione ai coltivatori. La superficie ortofrutticola veneta (patate comprese) è pari a 47.400 ettari, per una produzione lorda vendibile stimata in 755 milioni di euro, due terzi dei quali derivanti dalle orticole. Le produzioni ortofrutticole venete sono esportate per circa il 30% della quantità prodotta.

In fiera a Rimini, nel corso di un convegno presenziato da rappresentati della Regione, è stato siglato un protocollo d'intesa tra le due parti il cui elemento fondante è l'Organizzazione comune di mercato di settore. Le risorse comunitarie investite nel settore ortofrutticolo veneto proprio con l’Ocm  sono ad oggi pari a 13 milioni di euro, circa il 50% delle risorse annualmente potenzialmente disponibili. L’intesa considera che per affrontare al meglio il mercato globale è indispensabile una produzione organizzata in grado di programmare le produzioni in relazione alle richieste del mercato, abbandonando il concetto di aziende a “ciclo aperto” (che producono senza programmare coerentemente per il mercato e senza avere la certezza di sbocchi commerciali “virtuosi” per le proprie produzioni) per arrivare ad aziende a “ciclo chiuso” inserite in una filiera virtuosa.

Il patto, come si legge, prevede di diffondere le potenzialità e le opportunità dell’Ocm ortofrutta anche promuovendone gli strumenti ritenuti virtuosi, istituendo un coordinamento permanente per il settore ortofrutticolo in linea con lo sviluppo strategico così definito. E ancora, vuole comunicare al consumatore il valore aggiunto del binomio “prodotto-territorio” e supportare le aziende agricole nell’indirizzare le produzioni alle richieste del mercato per arrivare ad aziende a “ciclo chiuso” inserite in una filiera virtuosa; promuovere e favorire nell’ambito dello sviluppo strategico del settore ortofrutticolo veneto, il progressivo passaggio da “commodity” a “speciality” di tutte le produzioni regionali, tema da sempre caro in particolare a Cesare Bellò, anima di Opo Veneto e principale fatturare - come è stato ricordato anche in occasione della conferenza stampa di conclusione del Macfrut - del decollo del radicchio, passato da prodotto povero a eccellenza. "E'un accordo storico", ha sottolineato proprio Bellò al convegno.

Il patto, ancora, punta a creare le condizioni affinché, nell’ambito dei Psr e delle risorse pubbliche, abbiano priorità quelle aziende che, in questo contesto ed in un ciclo produttivo di filiera chiusa “virtuosa”, realizzano investimenti specifici e coerenti con questa strategia e mira a promuovere il valore della biodiversità anche attraverso il recupero e sostegno di vecchie varietà, oltre l’avvio di specifiche ed innovative Start Up agricole. 

Altro punto: riorganizzare e potenziare i servizi Fitosanitari regionali, per aiutare i produttori anche a fronte delle problematiche determinate dai cambiamenti climatici in atto ed all’avvento di patologie particolarmente aggressive (batteriosi e moria kiwi, Drosofila suzukii...).

E infine: dare attuazione alla legge regionale 7 del 25/07/2008 al fine di assicurare effettiva efficacia a quanto previsto all’articolo 2 sull’utilizzo dei prodotti agricoli di origine regionale nei servizi di ristorazione collettiva affidati da enti pubblici e dell’articolo 4 nella promozione dei prodotti agricoli di origine regionale.

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