Pomodoro, confezionato piace di più

Le preferenze degli italiani, mentre produzione ed export perdono terreno

Pomodoro, confezionato piace di più
Prodotto principe della dieta italiana, il pomodoro in fase d’acquisto piace sempre più confezionato. Note dolenti sul fronte della produzione e dell’esportazione per il prodotto nostrano, che a volumi perde terreno rispetto ai competitor mondiali ed europei. Di seguito le maggiori evidenze riassunte per la Categoria del mese di febbraio.

La produzione mondiale, Italia sesta

Secondo i dati Fao aggiornati al 2014, la produzione mondiale di pomodori, sia da consumo fresco che da industria, supera di poco i 160 milioni di tonnellate. Il produttore più importante è la Cina (49 milioni), seguita a distanza da India (quasi 17 milioni) e Stati Uniti (13 milioni). Unici Paesi europei presenti nella Top 10, sono l’Italia (sesta) con 5,7 milioni di ton, e la Spagna (ottava) con 4,1 milioni. In forte crescita la produzione di Cina e India, che hanno raddoppiato i volumi rispetto al decennio precedente. Tra i primi sei Paesi, l’Italia si conferma l’unico con un trend negativo rispetto all’inizio del millennio, con una contrazione del 18%.


Produzione italiana, tra industria e consumo fresco

La produzione italiana di pomodori, in base ai dati Istat 2016, si attesta intorno ai 7 milioni di tonnellate, delle quali 1,1 di prodotto per il consumo fresco (pomodoro da mensa) e 5,6 destinate alla trasformazione. Per quanto riguarda le superfici coltivate, sono poco più di 25mila gli ettari destinati al prodotto da mensa, mentre sono più di 78mila quelli per pomodoro da industria. Le regioni leader nella produzione sono la Sicilia per pomodoro da mensa (347mila ton), e l’Emilia-Romagna per quello da industria (due milioni di ton). Da sottolineare per il pomodoro da mensa il dato della superficie sotto serra, che rappresenta il 28% del totale.

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Export europeo, l’Italia perde terreno

Nonostante le ottime performance produttive, come si evince dal database Eurostat, l’Italia rimane in coda se si prende in considerazione il dato di export. Con circa 100mila tonnellate, il nostro Paese si posiziona sesto dopo Portogallo (con quasi 171mila ton), Belgio (232mila ton), Francia (242mila ton), Spagna (955mila ton) e Olanda (oltre mille ton).
Rispetto al 2010, poi, l’Italia è l’unico di questi Paesi a registrare una flessione delle esportazioni (-20%), a fronte di un incremento per Olanda (+9%), Spagna (+29%), Francia (+27%), Belgio (+55%)
 


Sfuso contro confezionato: i consumi degli italiani

In calo il consumo di pomodori sfusi, gli italiani preferiscono quelli confezionati, segmento che traina i consumi della categoria, secondo le elaborazioni Ismea su dati Nielsen. Si può infatti notare come, rispetto al 2015, i consumi di pomodori sfusi siano stati in netto calo (-8,8% a valore, -4,2% a volume), mentre quelli confezionati hanno evidenziato una tendenza esattamente inversa (+7% a valore; +14% a volume), dovuta probabilmente alla preferenza dei consumatori, sempre più orientati verso prodotti ad alto contenuto di servizio.
 


Focus su dimensione e funzione d’uso

Meglio il pomodoro grande o il ciliegino? E perché? La ricerca del Monitor Ortofrutta di Agroter sul consumatore italiano non ha evidenziato una preferenza predominante tra le varie dimensioni della bacca.



In leggero vantaggio i pomodori grandi sui piccoli (31% vs 24%), mentre il 45% degli intervistati dichiara di mangiarli volentieri entrambi. Per tutti e due i formati la priorità di scelta dipende dal fatto che vanno bene in insalata, ma è importante notare come i piccoli siano scelti dal 17% degli intervistati perché più saporiti/dolci.

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