Produzione, consumi, estero: focus agrumi

Bilancia commerciale italiana in rosso, bio sempre più rilevante. Urge segmentare

Produzione, consumi, estero: focus agrumi
Quella degli agrumi è una categoria ad alto potenziale di segmentazione ed è emblema del binomio gusto-salute. Durante l'ultima annata commerciale l'Italia si è difesa bene negli scambi esteri, specialmente sui mercati chiave del vecchio Continente nonostante la leadership incontrastata della Spagna. E mentre nel nostro Paese il biologico avanza impetuoso, aumenta il potenziale produttivo di Paesi come Egitto e Marocco. Ecco tutti i dati.

La produzione mondiale di agrumi

La produzione mondiale di agrumi aggiornata al 2014 è di circa 138 milioni di tonnellate. I principali produttori mondiali sono Cina (quasi 35 milioni di tonnellate), Brasile (19 milioni) e India (11 milioni), stando ai dati Faostat più aggiornati. L'Italia non rientra nella top ten, classificandosi come dodicesima.
Focalizzandosi sui mercati del Mediterraneo, prima per produzione - e in continua crescita dagli anni Sessanta - è la Spagna (7 milioni di tonnellate), seguita da Egitto (4,4 milioni), anch'esso in crescita stabile dalle decadi precedenti, Italia e Marocco (1,7 milioni).



La situazione italiana: il biologico avanza 

Secondo i dati Istat, la produzione italiana di agrumi nel 2015 è stata di 2,9 milioni di tonnellate, avendo come polo prevalente di produzione la Sicilia e la Calabria, che rappresentano l'80% della produzione totale nel nostro Paese. Medesimo discorso per le superfici coltivate: le prime tre regioni produttrici corrispondono al 82% del totale delle superfici coltivate, che sono 140 mila ettari. Interessante il dato relativo alle superfici coltivate a biologico che, secondo il Sinab, ammontano a quasi 32 mila ettari (considerando sia quelle a regime che quelle in conversione), cioè il 23% del totale.

La Sicilia si conferma al primo posto tra le regioni italiane, con 80 mila ettari coltivati e una produzione di circa 1.4 milioni di tonnellate di agrumi, seguita dalla Calabria con 961mila tonnellate, la Puglia con 278mila, la Basilicata con 137mila ed infine la Sardegna con 91mila.


Import-export: buona la stagione 2015-2016 ma bilancio ancora in rosso

In Europa, a farla da padrone, sono le esportazioni della Spagna, che ha movimentato 3.2 miliardi di euro in agrumi nell'annata 2015-2016 (+67% rispetto al 2000-2001), seguita molto da lontano, dall'Italia (234 milioni di export), dalla Grecia (232 milioni) e dalla Francia (116 milioni).



Un bilancio, e una bilancia commerciale, in negativo per l'Italia: anche per il 2015 si conferma un saldo in rosso tra export e import di agrumi. L'import italiano è infatti ancora dominante rispetto all'export, nonostante il notevole aumento delle movimentazioni in uscita rispetto all'anno precedente.



I mercati di destinazione 

In crescita l'export italiano rispetto all'annata 2014 che passa da 252 mila tonnellate a 276, mentre rimangono stabili i numeri dei mercati di destinazione (46 nel 2014-15, 47 nel 2015-16). Tra questi, i primi cinque assorbono il 60% di tutte le esportazioni del Belpaese, tra cui Germania (63 mila tonnellate), Austria (29 mila tonnellate), Francia (27 mila tonnellate), Svizzera (22 mila tonnellate) e Polonia (21 mila tonnellate). Buona la crescita dell'export in questi mercati se confrontati con l'anno precedente, in particolare verso Germania (23,2%) e Austria (10,8 %).

Focus: occasioni di consumo e funzione d'uso, le potenzialità per le arance rosse

Dalle elaborazioni del Monitor F&V 2016 di Agroter, emerge che i consumatori italiani sono molto più propensi a mangiare (41%) che non a spremere le arance, mentre dovrebbe essere naturale che i frutti di grande pezzatura vengano mangiati, mentre i più piccoli vengano spremuti, confermando che esiste una potenzialità di valorizzazione del prodotto che passa da una segmentazione chiara e percepibile per il consumatore.



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