A CIMADOLMO "SFILATA" DI ASPARAGI VENETI (E NON SOLO)

A CIMADOLMO "SFILATA" DI ASPARAGI VENETI (E NON SOLO)
La ricca mostra interprovinciale ha confermato Cimadolmo (Treviso) capitale degli asparagi veneti. Espositori da tutta la Regione e dal vicino Friuli hanno esibito il fiore della loro produzione: un confronto molto interessante tra qualità, varietà, criteri produttivi, modi di presentazione, gusti. Facevano la differenza soprattutto i particolari, che esaltavano l'identità, le peculiarità e i valori dei rispettivi territori.

A Cimadolmo, terra dell'asparago bianco Igp, il primo nel Veneto a fregiarsi del marchio europeo, si sono visti soprattutto i progressi di una coltura che si va sempre più specializzando e meccanizzando e che si va affermando con successo sui mercati sia nazionale sia internazionali. La meccanizzazione sta entrando tra i filari di asparagi: aiuta la raccolta, la lavorazione e il confezionamento. Sono state introdotte varietà che stanno migliorando la qualità e la resa.



Per Graziano Dall'Acqua, presidente della Strada dell'asparago e della Pro Loco di Cimadolmo, organizzatrice della manifestazione, "il settore sta crescendo bene e la mostra ne ha messo in risalto tutte le potenzialità e i valori colturali e commerciali. L'asparago è molto importante come ortaggio del territorio che dà reddito alle aziende e che dà occasione di sviluppo di attività legate al turismo rurale, enogastronomico e ambientale".

Mostre come quella di Cimadolmo, in cui è emersa in particolare l'azione di promozione di OPO Veneto, che ha visto i suoi produttori affermarsi egregiamente nei concorsi, sono importanti proprio perché mettono a confronto esperienze e stimolano l'aggiornamento e il miglioramento colturale.

Rileva Renzo Marchi (nella foto), che ha coordinato la presenza di OPO Veneto a Cimadolmo: "Si sono viste ottimamente rappresentate tutte le aree venete dove si coltiva l'asparago: in primo piano gli asparagi Dop di Bassano del Grappa e gli Igp di Badoere e di Cimadolmo, ma di notevole rilievo anche la presenza degli asparagi padovani delle terre Euganee e del vicino Friuli. Qui si è capito in particolare l'importanza dei marchi per la valorizzazione del prodotto: un aspetto che va sicuramente rafforzato. Il settore è in crescita e molto attento alle novità".

L'asparago è considerato un ortaggio quasi di lusso e si temeva che quest'anno potesse esserci un rallentamento di consumi per la crisi e quindi si potesse registrare un calo di prezzo. "Ma non è stato così, commenta sempre Renzo Marchi, di OPO Veneto, anche perché la produzione è stata inferiore alle attese a causa di un tempo complessivamente non favorevole. In alcuni momenti non si è riusciti a soddisfare la richiesta di prodotto e i prezzi hanno tenuto. Bene soprattutto le produzioni garantite dal marchio: le più richieste dai consumatori sempre più attenti alla sicurezza alimentare e quindi alla qualità".

La stagione dell'asparago veneto è ormai alle ultime battute: il bilancio è ritenuto, in definitiva, soddisfacente. Si dovrebbero superare, sia pure di poco, il dato dello scorso anno, quando, secondo l'Istat, sono stati raccolti 59.304 quintali di asparagi; in testa la provincia di Padova con quasi 15.500 quintali.

Fonte: Ufficio Stampa OPO Veneto