LE ALBICOCCHE: PRODUZIONE, EXPORT, CONSUMI E INNOVAZIONE VARIETALE. A cura di Elisa Macchi, Direttore CSO

LE ALBICOCCHE: PRODUZIONE, EXPORT, CONSUMI E INNOVAZIONE VARIETALE. A cura di Elisa Macchi, Direttore CSO
La produzione nell'Unione europea
Secondo le elaborazioni del CSO su dati FAO e EUROPECH, la produzione di albicocche nei Paesi dell'Unione europea registra un andamento pressoché stabile attestandosi mediamente intorno alle 650 mila tonnellate annue, anche se nella stagione scorsa ha raggiunto il proprio record storico, superando le 750 mila tonnellate. La produzione di albicocche viene realizzata soprattutto in quattro Paesi; Italia, Francia, Spagna e Grecia che, insieme, hanno rappresentano quasi l'80% della produzione totale dell'Unione europea. Il nostro Paese detiene in particolare una posizione di leadership europea con una quota relativa del 33%; seguono Francia 24%, Spagna 11% e Grecia 9%.
La costanza produttiva sopra citata è diretta conseguenza di un lieve incremento delle produzioni in Italia, Francia e Grecia nel corso dell'ultimo decennio, contrapposto ad una diminuzione dell'offerta spagnola. L'Italia segna la performance migliore, passando dal 2000 ad oggi dalle 200 mila alle 250 mila tonnellate; Francia e Grecia aumentano entrambe la produzione di circa 25 mila tonnellate per raggiungere, rispettivamente, 175 mila e 75 mila tonnellate nel 2012, mentre la Spagna è l'unico dei principali Paesi produttori che vede diminuire i volumi, ora su circa 80 mila tonnellate, contro le 125 mila del 2000.




Rinnovamento varietale in Italia

Lo scenario italiano mette in luce un importante rinnovamento varietale che comporta da una parte un allargamento del calendario di raccolta e quindi di commercializzazione e dall'altra una conversione della produzione verso varietà dalle migliori caratteristiche organolettiche e gustative.
In Emilia Romagna, per esempio, regione che concentra quasi il 30% della produzione nazionale di albicocche, i soci del CSO si stanno maggiormente orientando verso varietà a maturazione precoce e verso varietà a maturazione tardiva. Per quanto riguarda il rinnovamento varietale il Gruppo Cot, tra le precoci, Portici, Kioto e Orange Rubis, nel gruppo delle medie, Farbaly e Faralia tra le tardive, rappresentano solo alcuni esempi di cultivar su cui si sta puntano maggiormente l'attenzione.




L'export nell'Unione europea

Sul mercato europeo delle albicocche non si denota una situazione di inflazione commerciale poiché, ancora oggi, tutti e quattro i Paesi esportano quantità di prodotto poco significative rispetto alle medesime offerte nazionali. La classifica generale dell'export è guidata dalla Francia che esporta normalmente circa terzo della produzione domestica e in grado di arrivare a circa 60.000 tonnellate. In seconda posizione si colloca la Spagna che spedisce all'estero il 50% della produzione nazionale, vale a dire quasi 40.000 tonnellate; seguono Italia e Grecia, che nonostante l'apprezzabile crescita degli ultimi anni, evidenziano attualmente una capacità esportativa rispettivamente di oltre 30 mila tonnellate e 25 mila tonnellate.
Per quanto riguarda la stagionalità delle esportazioni l'export totale di albicocche dei quattro Paesi registra un trend incrementale per i mesi di giugno, luglio e agosto (per l'Italia soprattutto giugno e luglio), mentre l'andamento è decrescente per il mese di maggio a causa della diminuzione dei volumi spagnoli.




L'export dell'Italia
Le elaborazioni del CSO su dati ISTAT segnalano un rilevante aumento delle spedizioni a partire dal 2010. Sino a quel momento, infatti, l'export registrava un andamento sostanzialmente stabile, prossimo ad una media di 13-14 mila tonnellate, per poi cominciare una rapida salita nel 2010 e superare le 30 mila nella scorsa stagione. Salgono soprattutto le spedizioni dirette in Germania ed Austria, principali mercati esteri tradizionali, anche se sono in piena fase di sviluppo i Paesi dell'Est Europa come Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Romania. Da sottolineare, infine, il fatto che il prezzo medio sia rimasto costante su buoni livelli nel corso delle ultime annualità, toccando un valore di 1,16 euro/Kg nel 2012, nonostante la crescita del volumi esportati.





Gli acquisti al dettaglio in Italia

Il mercato interno che riveste una particolare importanza per le albicocche italiane, visti i volumi interessati, mostra segnali positivi. Gli acquisti da parte delle famiglie italiane hanno infatti visto una progressione fino al 2007, registrando un +16%. Negli anni successivi, nonostante la riduzione rispetto al 2007, i quantitativi sono comunque rimasti su livelli superiori a quelli dei primi anni duemila.
Nel 2012, secondo le statistiche di GFK Italia, le famiglie hanno acquistato al dettaglio un totale di 76.000 tonnellate, contro le 85.000 tonnellate del 2007 e le 73.000 tonnellate del 2000. Anche in questo caso il buon andamento si è verificato in concomitanza di un prezzo medio al dettaglio che negli ultimi anni si mantiene stabilmente su buoni livelli.
La quasi totalità degli acquisti al dettaglio si concentra tra i mesi di giugno e settembre. Si nota una costanza nei volumi acquistati nel mese di giugno, una riduzione marcata a luglio e, infine, un incremento ad agosto e settembre che appare più stabile negli anni più recenti.




Previsioni di produzione a seguito dell'anomalo andamento climatico della Primavera

Le ultime stime rilasciate dal CSO rilevano una produzione a livello nazionale di circa 160 mila tonnellate, in calo del 37% rispetto a quella del 2012 e tra i livelli più bassi degli ultimi anni. La situazione peggiore si prospetta per Campania, -44% e Basilicata, -45%, ma anche in Emilia Romagna dove si stima un -35% rispetto al 2012.

A cura di Elisa Macchi - Direttore CSO