ANCHE L’ORTOFRUTTA FRANCESE ACCUSA UN FORTE RITARDO STAGIONALE. LA SITUAZIONE RISCHIA DI DIVENTARE CATASTROFICA PER I MELONI

ANCHE L’ORTOFRUTTA FRANCESE ACCUSA UN FORTE RITARDO STAGIONALE. LA SITUAZIONE RISCHIA DI DIVENTARE CATASTROFICA PER I MELONI
Secondo quanto riporta il quotidiano Liberation, le coltivazioni ortofrutticole d'oltralpe accusano un ritardo da 2 a 3 settimane a causa del maltempo, e per alcune di queste la stagione è addirittura già compromessa.
"La situazione non è ancora catastrofica, ma c'è da preoccuparsi per quanto riguarda le previsioni meteo delle prossime settimane", ha dichiarato Emmanuel Demange, direttore della Federazione Nazionale dei Produttori di Frutta e Ortaggi (FNPF), che spera fortemente nel ritorno del bel tempo. Attualmente, spiega Demange, "si registrano dai 15 giorni alle tre settimane di ritardo".
Per il melone "il ciclo vegetativo è in ritardo in tutte le aree di produzione, aggiunge Bernard Miozzo, responsabile dell'associazione interprofessionale dei meloni. E' chiaro che se durerà 15 giorni in più la situazione diventerà catastrofica".
Miozzo non teme uno "choc di produzione", ma soprattutto lo spostamento della campagna di raccolta che porterebbe la grande distribuzione a rifornirsi dai Paesi vicini - Marocco e Spagna su tutti - a prezzi molto minori.
Nel Sud del Paese le recenti precipitazioni non hanno causato molti problemi all'agricoltura dell'Herault e del Gard, dove la raccolta cerasicola è iniziata con 15 giorni di ritardo.
André Bernard, presidente della Federazione dipartimentale dei sindacati di coltivatori diretti (Fdsea), ha rilevato che la raccolta della ciliegia non è ancora partita nel dipartimento del Vaucluse. Le abbondanti piogge delle scorse settimane stanno inoltre ritardando la messa a dimora dei pomodori.
Infine, nella Francia del nord, le coltivazioni in serra sono state gravemente penalizzate dalla mancanza di luce e di calore. Jean-Pierre La Noué, che produce cetrioli a Orleans, stima una produzione in calo del 30%. "Utilizziamo più riscaldamento per meno della metà della produzione", aggiunge La Noué sottolineando che "non c'è praticamente più niente da fare per la raccolta primaverile".

Fonte: liberation